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Attraverso la tensione dialogica tra ambiti disciplinari diversi gli autori evidenziano l'esistenza di legami che connettono tra loro, nell'ambito dei processi formativi, aspetti apparentemente irrelati. Viene dato spazio, in particolare, alla riflessione sulla formazione, intesa come conquista della capacità di autodeterminarsi in forma adattiva rispetto all'ambiente senza tradire se stessi. Assumere l'ottica della complessità permette di contrapporsi alle emergenti tentazioni riduzionistiche, generatrici di atteggiamenti dominati dalla rassegnazione e dal determinismo, che mostrano un forte potere attrattivo quando sembrano liberarci non solo dai possibili sensi di colpa, ma anche dall'inquietante lavoro del dubbio e dell'interrogarsi critico. Abitare l'umbratile, guardare in faccia anche le aporie e le contraddizioni del proprio punto di vista, cercare attivamente di rompere gli equilibri apparenti della staticità, imparare ad ascoltare il dubbio e la domanda critica che vengono dall'altro, sembrano gli unici percorsi possibili - benché paradossali - per rafforzare l'identità di ciascun soggetto, rendendo vitale la sua visione del mondo e dinamico l'insieme dei saperi che possiede.